Pantalica possiede alcuni dei migliori esempi di insediamenti rupestri, cioè di abitati scavati nella roccia. Si tratta di un fenomeno antropologico che si ritrova in aree anche molto distanti tra loro e senza nessuna connessione storica. Sono ben note, ad esempio, le abitazioni rupestri della Cappadocia, ma vi sono anche gli eremitaggi rupestri dell’Europa orientale, le costruzioni all’interno dei depositi di Loess in Cina, o i pueblos mesoamericani all’interno di enormi ripari in roccia, dove il costruito viene inserito all’interno dello scavato.
Abitare in grotta
Sebbene l’abitare in grotte scavate dall’uomo sia ritenuto un’usanza primitiva, è stato dimostrato come la giusta esposizione renda gli ambienti domestici salubri e vivibili al pari delle abitazioni costruite.
I villaggi di Pantalica
L’alto numero di “spelonche” di Pantalica aveva già colpito il padre domenicano Fazello (1558), che trovò in ciò la conferma della antichità e grandiosità di Pantalica, da lui identificata con Herbessus. È tuttavia Paolo Orsi, alla fine dell’800, a fornire una prima descrizione scientifica delle aree abitative distinguendo 3 “villaggi”. Oggi sappiamo che in realtà sono di più e coincidono con le aree delle necropoli: Filiporto (ca. 50 cameroni), Cavetta (105 cameroni), villaggio Nord (74 cameroni) e villaggi meridionali (87 cameroni).
I villaggi di Pantalica
Sono ancora visibili nella roccia i gradini e altri segni dei tracciati che connettevano tra loro le abitazioni e i diversi villaggi.
Una difficile datazione
Le case rupestri sono difficili da datare, e diverse ipotesi sono state avanzate dagli studiosi riguardo al momento in cui furono scavati i villaggi di Pantalica: Orsi li ritenne di età bizantina (cioè di VI-VIII secolo d.C.), mentre di recente Aldo Messina li ha datati alla fine del periodo bizantino all’età normanna (IX- XIII secolo d.C.). Il fenomeno dell’abitato rupestre medievale avrebbe tratto la sua origine da tre fattori: 1) una tradizione di scavo nella roccia presente in Sicilia fin dalla preistoria; 2) la necessità di difesa; 3) la risposta ad un clima arido che trovava nelle cave una nicchia ecologica favorevole.
Una difficile datazione
Secondo Robert Leighton le abitazioni rupestri sarebbero più antiche, di età greca se non addirittura protostorica (come quelle di Lentini) riutilizzate poi in età medievale.
Le case di Pantalica (Zona living)
Gli ambienti interni delle abitazioni rupestri erano composti da grandi cameroni a pianta quadrangolare o rettangolare allungata. In alcuni casi avevano un solo vano, in altri due con un vestibolo ed un ambiente principale. Non mancano neppure esempi di abitazioni con più stanze connesse fra loro, disposte anche su più livelli. Spesso i vani sono stati ottenuti riutilizzando e ampliando delle tombe preistoriche. All’interno dei cameroni si trovano nicchie, fori per pali, strutture non meglio identificate, e vere e proprie finestre, come nel caso di altri abitati rupestri, come Chiafura o Ispica. In un caso è presente una latrina.
Le case di Pantalica (Zona living)
Le abitazioni esposte a meridione o a oriente erano quelle più favorevoli grazie alla esposizione alla luce del sole.
L’esito di una tradizione millenaria
Lo sviluppo dell’abitato rupestre in Sicilia fu dovuto anche alla conformazione geologica favorevole, costituita dalla roccia calcarea facile a lavorarsi, ma anche resistente nel tempo. Si formarono così, nei secoli, specifiche competenze artigianali, capaci di individuare i punti migliori dove aggredire il banco roccioso, anche con strumenti non in metallo. Durezza, stratificazione, caratteristiche della roccia in cui avviene l’operazione entrano in gioco già nella fase della scelta del punto di partenza, il che presuppone una conoscenza empirica della natura geologica dei luoghi.
L’esito di una tradizione millenaria
Da questa esperienza sarebbe nata una vera e propria cultura della escavazione che vede le abitazioni allargarsi, unirsi con la realizzazione di aperture interne, diventare oggetto di transazioni e compravendite.
Itinerario: A
Località attuale: Pantalica (Cassaro, Ferla, Sortino)