La residenza extraurbana di Donnafugata è uno dei massimi esempi dell’architettura eclettica in Sicilia. Costruito sulle vestigia di una preesistente masseria fortificata, è caratterizzato da un impianto quadrangolare con torri ai vertici e una merlatura continua. Il castello era stato concepito inizialmente con un linguaggio neoclassico, mentre l’immagine neogotica, evidente nella conformazione delle bifore ogivali e nella loggia “alla veneziana”, è solo l’ultima mutazione di una successione di progetti che si sono susseguiti e sovrapposti a partire dagli anni Quaranta dell’Ottocento.
Il castello
Il prospetto attuale, caratterizzato dalla lunga loggia, è il frutto di interventi di completamento già novecenteschi, destinati ad accrescere l’aurea di fastoso maniero gotico, dove ambientare storie e leggende del territorio.
La cultura della committenza
La scelta di puntare sulla trasformazione di una masseria era dettata dalla sua cultura internazionale e dall’apprezzamento per la letteratura romantica inglese, che sta alla base del revival medievale, da parte del committente, Corrado Arezzo de Spuches. In questo senso si spiega l’interesse a fomentare leggende nate intorno a Donnafugata come quella che il luogo fosse stato uno dei capitoli della saga di Bianca di Navarra, vedova di re Martino il Giovane, e del conte di Modica Bernardo Cabrera.
La cultura della committenza
Corrado Arezzo De Spuches apparteneva a un’aristocratica famiglia di Ragusa che risiedeva in un grande palazzo a Ibla e possedeva estesi feudi con ulteriori residenze nel territorio. Nella definizione del castello e del parco annesso dedicò una lunga parte della sua vita
Il giardino e il labirinto
Il giardino adiacente la residenza è un esempio raffinato di parco pittoresco. Al suo interno trovano posto rarità botaniche, piante esotiche (provenienti dalla Tunisia e da Sumatra) disposte in modo informale e un vivaio con vari esemplari di orchidee. Le architetture – il coffee house, i tempietti, un labirinto in muratura – la grotta e la collina artificiali rimandano a un campionario secolare di modelli che affondano le proprie radici nei giardini del Cinquecento e nella cultura romantica inglese e contengono anche allusioni e simboli dichiaratamente iniziatici, legati alla massoneria e alla cultura del tempo.
Il giardino e il labirinto
Il labirinto in pietra costituisce una delle attrattive del parco. L’aspetto ludico si integra con quelli simbolici, mentre i miti regionali continuano a fare capolino, dal momento che gli eruditi indicavano in Sicilia il secondo labirinto di Dedalo.