Come Parigi ha nella Tour Eiffel il suo landmark, anche Siracusa ha un elemento architettonico preminente dalla lunga distanza. E, guarda caso, è stato progettato da due architetti francesi.
Il santuario della Madonna delle Lacrime progettato da Michel Andrault e Pierre Parat nel 1957 è stato iniziato dieci anni dopo, interrotto, ripreso nel 1988 e ultimato solo nel 1994 quando venne inaugurato da Papa Giovanni Paolo II.
Con la sua caratteristica forma conica, alto 103 metri, ha un diametro di 71 metri, è visibile da tutte le strade che conducono in città, che preannuncia già a diversi chilometri di distanza.
Può contenere 6 mila persone sedute.
Il concorso
Pubblicato nel giugno 1955 il “Bando di Concorso Internazionale per il progetto del Santuario della Madonna delle Lacrime” che contenesse 20 mila persone vide la partecipazione di 100 gruppi di progettazione provenienti dai principali Paesi. Ai primi due posti si piazzarono due gruppi francesi: Pierre Parat e Michel Andrault che chiamarono il loro progetto "Corona con nove raggi bianchi su campo azzurro" e Gillet Guillaume e Sarger René. Al terzo posto Erwin Schiffer di Colonia. Andrault e Parat sono tra i protagonisti principali dell’architettura francese del secondo novecento: tra le alte opere a loro si deve il Palais Omnisport a Parigi – Bercy.
Il progetto vincitore
Il progetto con cui i due architetti vincitori, non ancora trentenni, si aggiudicano il concorso internazionale era all’epoca davvero audace. Prevede la realizzazione di una corolla floreale posta sottosopra come metafora dell’elevazione dell’umanità verso Dio. La struttura in calcestruzzo mostra tutta la sua bellezza e complessità nell’interno contribuendo a creare un’atmosfera di raccoglimento nonostante, o grazie, alla grande dimensione.
La cripta
Al di sotto della chiesa si trova la cripta ultimata e inaugurata nel 1968, prima della interruzione dei lavori. Ha una forma circolare con un diametro esterno di 80 metri, ma quello interno è di appena di 38 metri per accogliere le strutture che devono reggere il santuario. Nell’altare centrale è stato accolta l’immagine miracolosa della Madonna delle Lacrime fino al 1987. Nella cripta si possono vedere alcuni resti di età romana e bizantina.
La Casa del Pianto
Considerato uno dei prodigi mariani come quelli di Lourdes o Fatima, avvenne in una modesta casa nel quartiere della borgata dove il 21 marzo del 1953 una giovane donna che portava avanti una difficile gravidanza vide lacrimare un quadretto con un altorilievo in gesso che raffigura il Cuore Immacolato di Maria. La casa è ancora oggi meta di pellegrinaggi e luogo di raccoglimento in preghiera.
Demetra e Kore
È ovvio che a Siracusa non si può scavare con un dito senza trovare resti delle epoche precedenti e così è stato al momento di effettuare gli scavi per il santuario. Nell’attuale piazza Vittoria è visibile un’area archeologica con resti che vanno dal VII sec. a.C. al VI sec. d.C.. In particolare sono visibili i resti di un tempio dedicato a Demetra e Kore, voluto da Gelone nel V sec. dopo una vittoria sui Cartaginesi. Si può ammirare anche una fontana monumentale dello stesso periodo, lunga ben 11 metri e mezzo, larga oltre 3 metri e profonda 80 centimetri che, probabilmente, serviva per riti di purificazione.
La catacombe di San Giovanni
In prossimità del santuario si può fare un altro tuffo nel passato visitando le Catacombe di San Giovanni nelle quali si ritiene sia stato ospitato da Marziano, primo vescovo di Siracusa, l'apostolo Paolo, in città per predicare ai primi cristiani. Risalgono al IV sec. d.C. e presentano una interessante caratteristica: lo spazio principale, detto decumanus maximus, è ricavato riutilizzando un antico acquedotto greco. Lungo di esso sono distribuite diverse tombe di santi e martiri e varie cripte. Anche la chiesa di San Giovanni alle catacombe è di grande interesse.
La chiesa di San Giovanni alle Catacombe
Si tratta di uno dei più interessanti palinsesti architettonici della città. Sono visibili i resti della basilica del VI sec; quelli della facciata semidistrutta dal terremoto del 1693, un prospetto settecentesco e tracce normanne e quattrocentesche. La cripta di San Marciano è riconosciuta come luogo di culto non solo dai cattolici, ma anche dagli ortodossi.