Gli uomini si fermano dove c’è l’acqua. Da sempre. Così per trovare la matrice di un territorio bisogna cecare l’acqua che a Piazza significa il fiume Gela. Le sue sorgenti sono a nord della città, nei boschi che la circondano. Poi scorre a poche decine di metri dal Gran priorato di Sant’Andrea e dà energia a una decina di mulini che sono lì dal medioevo. Passa ai piedi del monte Mira, dominato dalla città, e scorre verso il mare d’Africa lambendo la Villa del Casale e dando vita alle Gole di Ratto, rapide e antichi interventi idraulici straordinari.
Gole di Ratto
Proprio a pochi metri dal confine tra i territori di Piazza e di Mazzarino, ma già dentro quello della città dei Carafa Branciforte, il fiume Gela scava un piccolo canyon, una gola ricca di rapide. Per questo è chiamata Gole di Ratto, cioè gole con le rapide. Qui in epoca difficile da decifrare (forse romana, forse medievale) vennero realizzati uno sbarramento in pietra, una piccola diga e altri interventi in lastricato che l’acqua sta progressivamente cancellando. Un posto magico da raggiungere solo a piedi.
Mulini e paratori
Tra le più antiche “fabbriche” della storia sono i mulini che producevano la farina e i paratori cioè le filande dove si lavorava la lana. Era talmente importante l’economia legata a queste macchine produttrici di energia che ci fu al lungo una “baronia deli salti delli mulini”, naturalmente dei Trigona. In funzione fino alla metà del XX sec., oggi sono tutti abbandonati, ma punteggiano il territorio della valle del Gela e ricordare una civiltà, quella del grano, che è tutt’uno con la storia della Sicilia.