All’esterno del perimetro urbano della città greca e romana, la comunità cristiana di Siracusa costruì dei cimiteri sotterranei, in aree occupate da ipogei privati, legati a una committenza pagana, che in molti casi furono inglobati e riutilizzati, insieme ad altri diversi tipi di preesistenze di età classica, come acquedotti, cisterne e luoghi di culto. I cimiteri di Vigna Cassia, di Santa Maria di Gesù e di Santa Lucia hanno origine già nella prima metà del III secolo, mentre più tardi iniziò lo sfruttamento della catacomba di San Giovanni.
Il sepolcro di Santa Lucia
Sopra le catacombe di Santa Lucia, in corrispondenza del loculo sepolcrale della vergine siracusana fu eretto nel XVII secolo, su progetto di Giovanni Vermexio, il tempietto a pianta ottogonale con lesene sormontate da capitelli corinzi nelle facciate.
La Catacomba di Santa Lucia
Nel luogo in cui fu martirizzata e sepolta nel 304 Santa Lucia, si estende la più antica catacomba di Siracusa, che nella divisione in quattro regioni collegate da gallerie s’ispirava alle catacombe di Roma. Il cimitero nacque dall’accorpamento di ipogei privati e di preesistenti acquedotti e cisterne. A modelli romani si rifà anche la tendenza a trasformare alcuni settori in luoghi di culto. Tra questi è l’oratorio bizantino dei Quaranta Martiri, inglobato in una grande cisterna quattrocentesca. Nella volta a botte dell’oratorio si conservano i resti di un grande affresco con i santi Marciano, Lucia, Cosma e Damiano che, insieme alla Vergine Maria e al Cristo benedicente, assistono al martirio di quaranta giovani soldati, raffigurati sulla volta ai lati di una grande croce.
La Basilica di San Giovanni
Orientata in modo ortogonale con due facciate, normanna e barocca, e unportico esterno in stile gotico-catalano, offre un vivido esempio delle stratificazioni culturali che hanno contribuito a formare l’identità architettonica di Siracusa.
Cripta San Marciano
La cripta sottostante la Basilica di San Giovanni prende nome da Marciano di Antiochia, martire e primo vescovo di Siracusa, che, secondo la tradizione, nel 39 fondò a Siracusa la più antica comunità cristiana occidentale, che nel 61 d.C. accolse l’apostolo Paolo. La Cripta, in cui la tradizione colloca anche la tomba del Santo, in origine era un ipogeo paleocristiano del IV-V secolo, modificato in età bizantina. L'ipogeo, dopo l’abbandono in epoca araba, in età normanna fu trasformato in una cella scandita in tre ambienti irregolari.
Lucia e Marciano
Sulle pareti della Cripta si conservano alcuni degli affreschi di età normanna, che rappresentavano teorie di santi. Sono leggibili le figure dei santi martiri siracusani più cari alla devozione dei Siracusani: la vergine Lucia e il protovescovo Marciano.
I quattro evangelisti di S. Marciano
Nei pilastri che reggono gli archi del centro della Cripta di San Marciano della sistemazione di età normanna sono inglobati quattro capitelli con i simboli dei quattro Evangelisti e con iscrizioni del Vangelo.
Catacombe di San Giovanni
La catacomba di S. Giovanni è l’esempio più imponente dell’architettura sotterranea siciliana, per la sua grandiosità monumentale e le scelte architettoniche. Iniziata dopo la pace della chiesa sotto Costantino (313) fu utilizzata fino al VI secolo. La catacomba è divisa da una lunga galleria in una regione meridionale caratterizzata da tre grandi rotonde e in una regione settentrionale. Nel cimitero prevalgono le sepolture ad arcosolio a deposizione multipla, alle quali si affiancano altri tipi di sepolture, come i loculi rettangolari con il lato lungo a vista, e le fosse scavate nel suolo delle gallerie, segno dallo sfruttamento intensivo del cimitero.
Il sarcofago di Adelfia
Nella rotonda omonima della catacomba di San Giovanni, nel 1872 fu scoperto uno dei capolavori dell’arte tardo-antica (325-350 d.C.) prodotto da un’officina romana. La cassa di marmo bianco è decorata nella parte frontale con tredici scene a rilievo su due registri, in origine ravvivate da vivace policromia, che illustrano episodi tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento, scelte come modelli di salvezza per i cristiani deposti all’interno del sarcofago. Al centro in una conchiglia, identificati dall’iscrizione nel coperchio e rappresentati a mezzo busto, sono Adelfia, ornata da gioielli, e il marito, il conte Valerio. Altre scene tratte dai Testamenti sono raffigurate nel coperchio reimpiegato e di epoca più tarda.