Scicli
Brani letterari
"Questa sorge all’incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo del letto di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini. […] Chi vi arriva dall’interno se la trova d’un tratto ai piedi, festosa di tetti ammucchiati, di gazze ladre e scampanii; mentre chi vi arriva venendo dal non lontano litorale la scorge che si annida con diecimila finestre nere in seno a tutta l’altezza della montagna, tra fili serpeggianti di fumo e qua e là nel bagliore d’un vetro aperto o chiuso, di colpo, contro il sole."
(Elio Vittorini, Le città del mondo)
"Adagiata in una conca, tende braccia di case e di chiese sulle colline rocciose che la conca limitano da un lato: chiese le quali, talvolta disabitate, non sono più che superstiti facciate incrostate nel sasso, e quando cala il crepuscolo, a guardare di lontano, si ha l’impressione di un fondale di presepio."
(Lionello Fiumi, Scicli e la Madonna a cavallo)
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00'21'', lettura del brano da "Le città del mondo" di Elio Vittorini
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